Con la realtà aumentata le bottiglie del whiskey Jack Daniel’s prendono vita, regalando un’esperienza coinvolgente ai consumatori.

Jack Daniel’s è probabilmente il whiskey più famoso al mondo, emblema dello stile di vita americano. Le iconiche bottiglie rettangolari con etichetta nera sono ormai diventate una leggenda. Ora le bottiglie diventano anche testimoni della storia del brand, grazie alla nuova app in realtà aumentata, con cui magicamente prendono vita.

Jack Daniel’s sta lanciando un’app di Realtà Aumentata (AR) che porterà i consumatori in un viaggio virtuale della Jack Daniel Distillery attraverso una serie di animazioni in stile libro pop-up. Con più di 10 minuti di contenuti inclusi, i consumatori vivono un momento coinvolgente ricco di storie e immagini, che ricalcano il carattere del brand. L’app AR regala ai fan del marchio un arricchimento dell’esperienza di consumo, potendo scoprire segreti e curiosità sul brand mentre sorseggiano un buon bicchiere di whiskey.

Una volta scaricata l’app, i consumatori possono puntare i loro telefoni su qualsiasi bottiglia di Jack Daniel’s (da 50mL a 1.75L) per scoprire animazioni, voci fuori campo e tutte le storie che, da oltre 150 anni, rendono così speciale il marchio. Nel primo scenario l’etichetta anteriore nera prende vita, diventando così la scenografia della Distilleria in miniatura, in cui addentrarsi per scoprirne la struttura. Il secondo scenario è dedicato alla spiegazione passo dopo passo del processo di distillazione del Tennessee Whisky. Nel terzo, infine, si dà voce alla storia e alle leggende sul fondatore Mr. Jack.

“Nel mondo di oggi, è importante per noi raggiungere fan e consumatori ovunque si trovino”, ha dichiarato Jeff Cole, Modern Media Director di Jack Daniel’s. “Ciò significa condividere contenuti unici, interessanti e pertinenti attraverso una varietà di mezzi digitali. Nel 2016 abbiamo lanciato un’esperienza immersiva in realtà virtuale e nel 2018 abbiamo lanciato il nostro podcast ufficiale “Around the Barrel”. Questa nuova esperienza di AR sta portando lo storytelling del brand al livello successivo.”

teletopi-experentiLo scorso 13 dicembre 2017 al Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Università degli Studi di Bologna, si è tenuta la 10^ edizione degli Oscar del videostorytelling, i Teletopi, in cui si è cercato di fare il punto sulla realtà e sulle prospettive future del video online.

Da fruire in mobilità con smartphone e tablet, da condividere sulle bacheche dei social network, perfino da immergersi completamente attraverso i nuovi visori per la realtà aumentata: il futuro della nostra esperienza di navigazione in rete passa sempre di più attraverso il video. E quello che stiamo vivendo in questi anni è solo un assaggio. Tutti gli analisti di svariata estrazione e a varie latitudini del mondo concordano su questa rivoluzione video-centrica: saranno i contenuti multimediali a dominare il futuro. Come stanno già facendo nel presente.

A questo evento abbiamo partecipato anche noi come relatori per far conoscere ai partecipanti le potenzialità della Mixed Realty: la combinazione  di realtà aumentata e realtà virtuale. Il CEO di Experenti, Amir Baldissera, ha incantato la sala gremita di giornalisti e specialisti del video con le app in AR ed ha elencato le varie tipologie di utilizzo della Mixed Realty (vedi il video dello speech).

Successivamente molti dei presenti hanno vissuto un’esperienza in realtà virtuale grazie ai visori come Vive, Gear e Cardboard. Ad ogni partecipante abbiamo strappato un WOW ed anche la Presidente della Giuria, Carmen La Sorella, è rimasta profondamente affascinata dai nostri progetti.

Per raccontare la nostra esperienza ai Teletopi, abbiamo creato anche noi un videostorytelling in timelapse, che trovi qui di seguito.

Google patents augmented reality books

After the experiments with the “books that can’t be printed“, Google is not stopping in its rampage in the book world: this time the news are about two patents filed by the company that put into play augmented reality.

These two patents, originally filed in January 2015 at USPTO (United States Patent and Trademark Office), are about technologies related to the books’ world.

The first one is about an “interactive book“, described inside the document also as a “storytelling device“. As we can read in the abstract, the device includes electronic components as light sources, speakers, a video projector or a display, and it is configured to establish a connection with an interactive book, providing story enhancement effects that are correlated to the story.
Basically, the project is about volumes with movement and pressure sensors, coupled with a round shaped device that plugs inside the spine of the book, throwing up AR-type images and the appropriate audio to recreate the setting of the story.

The second patent is about a “Media enhanced pop-up book“, a revisitation of the classic pop-up book with a sparkle of technology. Reading the filed document, we understand that Google thought to a physical book composed of pop-up pages and some content on the display of a device. For every page, the book will have a second page that will vertically open, plus some additional images appearing on the mobile device. In this kind of book, augmented reality is not as advanced as in the micro-projector case.

Of course, we are ttalking about patents,  so it’s not sure that they will become products available on the market. However these ideas, if added to the experiments about the books that can’t be printed, surely say a lot about Google’s fields of interest.

Dopo gli esperimenti con i “libri che non possono essere stampati” Google non accenna a fermarsi: rimaniamo in ambito letture e tecnologia, questa volta con la registrazione di due idee che mettono in gioco anche la realtà aumentata.

I due brevetti, registrati originariamente nel Gennaio 2015 al USPTO (United States Patent and Trademark Office, l’Ufficio Marchi e Brevetti USA), riguardano altrettante tecnologie legate al mondo dei libri.

Il primo registra l’idea per un “interactive book“, un libro interattivo, descritto all’interno del documento anche come “dispositivo per lo storytelling“. Come possiamo leggere nell’abstract, questo dispositivo è composto da componenti elettronici quali sorgenti di luce, speakers, un proiettore video o uno schermo, ed è configurato per stabilire una connessione con un libro interattivo, fornendo un potenziamento della storia presente nel libro stesso grazie agli effetti elettronici.
In pratica si tratta di volumi che presentano sensori di movimento e pressione abbinati a un dispositivo di forma rotonda che va a inserirsi nella costa del libro e che proietta immagini olografiche a mano a mano che si legge la storia, accompagnandole con suoni e musiche per meglio ricreare l’ambientazione.

Il secondo brevetto, invece, è relativo a un “Media enhanced pop-up book“, cioè un libro pop-up potenziato dalla presenza di dispositivi tecnologici. Leggendo il documento registrato, scopriamo che Google ha pensato a un libro fisico composto di pagine pop-up che appaiono anche sullo schermo di un dispositivo. Il libro avrà per ogni pagina una pagina secondaria che si aprirà in verticale e immagini aggiuntive appariranno sul dispositivo mobile abbinato. Si tratta di una tipologia di libro che vede una realtà aumentata ancora non così avanzata come nel primo caso, che prevede un micro-proiettore.

Ovviamente stiamo parlando di brevetti, dunque non è detto che i prodotti vengano poi creati e immessi sul mercato. Ciò nonostante queste due idee, se unite alle sperimentazioni sui libri che non si possono stampare, dicono molto su uno dei campi di interesse di Google.

app in realtà aumentata per vedere Christchurch prima del terremoto

Spesso è la storia locale, dei medi e piccoli centri, più di quella con la famosa esse maiuscola, a risultare più coinvolgente, ad avere il più grande impatto visivo, quello che viene valorizzato al massimo dalla realtà aumentata. Christchurch, che non è esattamente un piccolo centro, ma una delle principali città della Nuova Zelanda, ha un motivo in più per raccontare la propria storia con immagini, suoni e aneddoti presentati e diffusi da una tecnologia capace di interagire in modo innovativo con il pubblico, qual è la realtà aumentata: la sua fisionomia è stata sconvolta dai forti terremoti del settembre 2010 e febbraio 2011 che hanno interessato la regione di Canterbury.

L’organizzazione New Zealand Historic Places Trust ha realizzato un progetto multimediale per valorizzare il ruolo e il patrimonio storico del distretto centrale di High Street, e far rivivere edifici e paesaggi distrutti dal sisma. “High street stories” è innanzitutto un sito web che raccoglie documenti fotografici e audio racconti, piccoli e grandi, che svelano i molteplici lati della storia del distretto cittadino, dal diciannovesimo secolo ai giorni che hanno preceduto i terremoti: non solo il patrimonio architettonico, quindi, ma anche i protagonisti della tradizione commerciale delle origini, le grandi famiglie, le fabbriche, i movimenti culturali dei diversi quartieri, il declino degli anni Settanta e la ripresa alla fine del millennio. L’omonima applicazione mobile in realtà aumentata, realizzata dallo Human Interface Technology Laboratory dell’Università di Canterbury e disponibile per il sistema Android, rende ancora più vivo questo patrimonio: visitando il distretto, le foto dei vari edifici e degli angoli dei quartieri nel loro aspetto prima del terremoto vengono visualizzati semplicemente inquadrando l’area con il proprio dispositivo; i punti colorati segnalano la presenza di informazioni aggiuntive, in forma di aneddoti e documenti audio o video. L’ HitLabNZ si è basato sulla precedente applicazione CityViewAR, appositamente creata per vedere, grazie all’uso di modelli tridimensionali, l’aspetto di Christchurch prima dei terremoti e delle conseguenti, necessarie, demolizioni.
La realtà aumentata serve quindi a rendere immediatamente disponibili e interattivi documenti che raccontano la storia locale più importante: la ricostruzione virtuale di quartieri ed edifici distrutti da un disastro naturale può contribuire alla ricostruzione reale di un tessuto sociale e culturale fondamentale per i cittadini.

app in realtà aumentata per la ricostruzione virtuale degli edifici di Christchurch

L’app “CityViewAR” realizzata dal laboratorio HitLabNZ mostra l’aspetto di Christchurch prima dei terremoti del 2010. Fonte: http://www.hitlabnz.org/index.php/products/cityviewar

 

Fonte: http://www.stuff.co.nz/the-press/news/christchurch-earthquake-2011/9085166/High-St-history-in-smartphone-app

Foto in copertina: David Hallett

 

Fantascienza? No! e noi lo facciamo

In questi giorni è stato lanciato da Google un video promozionale di Ingress, il primo gioco in realtà aumentata.
Per chi conosce il progetto Experenti, le similitudini sono evidenti e questo ci rende particolarmente orgogliosi.
Di fatto, la grande differenza è che Experenti non è un gioco, ma ha un focus business.
Infatti il nostro obiettivo è quello di creare un’esperienza unica per i clienti dei marchi committenti utilizzando realtà aumentata, geolocalizzazione e storytelling.
Si tratti del lancio di un nuovo prodotto/servizio, della presentazione di un punto vendita o di qualsiasi altra esigenza informativa, Experenti può creare ad hoc un’avventura indimenticabile per il nostro mercato.

 

Inoltre, la piattaforma di Experenti è già pronta e operativa completamente funzionante.
Ecco il bellissimo video di presentazione di Ingress, il futuro è nelle vostre mani.