Ricordate il Progetto Sidekick? Si tratta di quello che vede in collaborazione Microsoft con il suo visore HoloLens e la Nasa: due esemplari del nuovo prodotto per la visione a realtà aumentata sono stati infatti spediti sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, per essere testati e per lo studio dell’uso delle realtà alternative nello spazio.

Il primo passo, in realtà, è stato quello di testare il visore al largo delle coste della Florida nella missione NEEMO (NASA Extreme Environment Mission Operations), tenutasi sott’acqua in profondità per simulare assenza di gravità e condizioni estreme. In seguito HoloLens ha raggiunto il team internazionale di astronauti per essere testato in orbita. Il Progetto Sidekick prevede due modalità: il Remote Expert Mode e il Procedure Mode; il primo permette agli esperti a terra di vedere tramite Skype cosa il team in orbita stia facendo, aiutandoli nei compiti più difficili e delicati, il secondo, invece, aiuta gli astronauti a comprendere il funzionamento di determinati strumenti. Tutto questo è possibile  sfruttando la realtà aumentata.

Sam Scimemi, direttore del quartier generale della Stazione Spaziale Internazionale alla NASA, ha dichiarato a proposito di questi test che “HoloLens e altri dispositivi a realtà mista e virtuale sono tecnologie d’avanguardia che possono aiutare a guidare future esplorazioni e fornire nuove capacità a uomini e donne che conducano azioni scientifiche delicate sulla Stazione Spaziale Internazionale.”

Certo, HoloLens sarà molto utile in situazioni nelle quali sia necessario avere un appoggio dalla base terra o in cui si debba aggiustare macchinari in avarìa, ma questo non cancella il lato ludico del dispositivo; ce lo ricordano i due membri del Team ISS Scott Kelly e Tim Peake, che non hanno perso l’occasione di testare la realtà aumentata nello spazio, ma di altro tipo: eccoli durante un’interessante partita di Space Invaders nell’aria 😉

Uno dei visori a realtà aumentata più famosi (nonostante ancora non sia uscito in vendita al pubblico) è di sicuro Microsoft HoloLens; qui sul blog di Experenti ne abbiamo parlato più volte: dalle news che lo darebbero presto in commercio alle collaborazioni importanti (l’ultima per lo showroom aumentato di Volvo, della quale abbiamo scritto proprio qualche settimana fa), al cruciale accordo con NASA per essere utilizzati all’interno della Stazione Spaziale Internazionale ISS.

In particolare abbiamo seguito la vicenda interplanetaria passo dopo passo: a giugno era infatti stato annunciato il programma SideKick che avrebbe spedito i famosi visori sulla Stazione Spaziale insieme alle provviste, nonché i test effettuati durante la spedizione subacquea NEEMO (NASA Extreme Environment Mission Operations) per comprendere sino a che punto HoloLens possa essere usato in missioni più complesse, quali quelle su Marte.

Adesso altri HoloLens hanno raggiunto la stazione spaziale ISS e gli astronauti Scott Kelly e Mikhail Kornienko hanno risposto alle domande del magazine Popular Science sull’utilità di questi strumenti in campo spaziale.

Kelly ha dichiarato:

“Sapete che io ho avuto l’opportunità di provarli prima della partenza, e sembra vi siano alcune potenzialità che potrebbero esserci utili a bordo della stazione spaziale. Una sarebbe: al momento guardiamo sul computer o su un iPad per controllare le procedure, se potessimo averle invece direttamente nel nostro campo visivo, in un modo che potesse essere comandato con la voce e che sai di poter scorrere attraverso i diversi punti, sarebbe davvero utile. (Il dispositivo) ha anche questa possibilità per cui qualcuno a terra potrebbe vedere esattamente ciò che stai guardando tu, e potrebbe scrivere nel tuo campo visivo. Quindi, per esempio: stiamo lavorando a un hardware ma non lo conosciamo bene, però abbiamo un esperto a terra; quella persona potrà vedere esattamente quel che vediamo noi e scrivere note, indicare oggetti, e in qualche modo guidarci attraverso una particolare attività. Questa è una delle possibilità di HoloLens, o di dispositivi simili, che ci piacciono.”

Potete guardare il video dell’intervista completa qui.

Continuate a seguirci per saperne di più 🙂

Non c’è che dire: il visore per realtà aumentata di Microsoft, l’ormai famosissimo HoloLens, sa come stare sulla bocca di tutti. Dopo le presentazioni alle conferenze di gamers nelle quali ci mostrava il futuro di Minecraft implementato con la realtà aumentata, si è passati direttamente alla collaborazione con NASA e missioni spaziali. Infatti, come già detto in un precedente articolo, HoloLens verrà utilizzato sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, per aiutare gli astronauti soprattutto nella risoluzione dei problemi tecnici; in particolare verrà usato nelle spedizioni su Marte, dove a causa della distanza le comunicazioni subiscono ritardi (sino a ben 24 aminuti!) e questo potrebbe creare difficoltà in caso di guasti.

Un visore HoloLens avrebbe già dovuto raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale, ma purtroppo è andato distrutto nell’esplosione della navetta Dragon il 28 giugno. Ad ogni modo, anche se non nello spazio, i test sono comunque in corso: parte dell’attrezzatura da testare, infatti, era destinata ad essere messa alla prova sott’acqua, nella stazione sottomarina della NASA chiamata NEEMO (NASA Extreme Environment Mission Operations) che è in azione al largo della Florida.

Questo mese la stazione NEEMO ospiterà quattro “acquanauti” per 14 giorni: il capitano della missione, Luca Parmitano (veterano delle spedizioni 36-37 nel 2013), gli astronauti (ancora mai stati in orbita) Serena Auñón (NASA) e Norishige Kanai (Japan Aerospace Exploration Agency) e David Coan, Ingegnere NASA EVA. Due tecnici, che sono anche piloti professionisti, vivranno con questa crew per aiutare a far funzionare l’ambiente. La Missione, iniziata il 20 Luglio, servirà a testare alcune attrezzature (tra cui, appunto, un visore HoloLens ed un secondo visore di altro produttore) in condizioni estreme, simili a quelle in orbita, e ad abituare gli astronauti alle condizioni di gravità sugli asteroidi (gravità molto bassa) e su Marte (circa 1/3 che sulla Terra).

“Possiamo imparare molto sull’interazione tra i membri della crew e la torre di controllo”, ha dichiarato Parmitano a proposito della missione durante un’intervista. “Possiamo imparare le procedure e i modi per rendere il nostro lavoro efficace.”