Durante questa emergenza sanitaria da Coronavirus, la chiave per limitare il contagio è praticare il Social Distancing. Ma cosa vuol dire? Questo termine di origine anglosassone è su tutte le prime pagine della stampa internazionale è indica una distanza di sicurezza di minimo un metro da tenere rispetto alle altre persone. Solo se stiamo così lontani, possiamo limitare il contagio del Coronavirus.

Purtroppo, nonostante i molteplici avvertimenti dei funzionari sanitari di tutto il mondo, una parte considerevole della popolazione sembra non essere preoccupata dai recenti sviluppi adottando poca o nessuna protezione.

L’idea di Snapchat

Per contribuire a incoraggiare la distanza sociale e la corretta igiene, Snap Inc. ha collaborato con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per realizzare delle lenti Snapchat in realtà aumentata che spera contribuiscano ad appiattire la curva nei prossimi mesi.

Credits: Snap Inc.

La prima di queste nuove lenti, My Social Distance, utilizza la tecnologia AR per creare un cerchio virtuale intorno all’utente. Secondo Snap, la barriera digitale ha un raggio di circa 1 metro, la distanza minima di sicurezza raccomandata dall’OMS. Questo cerchio segue l’utente mentre si muove nel suo ambiente e, se qualcuno fa un passo all’interno del cerchio o se si avvicina troppo agli altri, il colore della grafica cambia da verde a rosso.  A questo punto l’utente dovrà spostarsi per riposizionarsi alla giusta distanza, o chiedere alle altre persone di rimanere più lontane.

La seconda lente presenta una serie di animazioni colorate che ricordano di restare a casa, di lavarsi le mani per almeno 20 secondi e di astenersi dal toccare il viso. I selfie decorati con questi filtri saranno poi condivisi con la propria community per incrementare la diffusione di queste regole raccomandate.

Questa è una modalità virtuosa con cui la realtà aumentata porta un aiuto concreto alla collettività, al fine di ridurre la curva dei contagi dl Covid19. Con questo progetto il Social Distancing infatti viene rispettato utilizzando tecniche di gamification, più efficaci dei classici strumenti divulgativi con cui le linee guida vengono diffuse.