Project Tango fa ancora parlare di sé: questa volta il progetto di “mixed reality” firmato Google è stato il cavallo di battaglia di un’operazione dell’italo-americana Fiat Chrysler.

Che realtà aumentata e mondo dell’industria automobilistica vadano a braccetto non è di certo una novità: abbiamo visto esempi di diversi utilizzi della nuova tecnologia, dalla fabbrica al guidatore, da parte di BMW, MINI e Volkswagen per fare solo alcuni nomi. Adesso anche Fiat Chrysler, gruppo automobilistico sotto il quale sono i marchi FIAT, Alfa Romeo, Maserati, Lancia, Fiat Professional, Abarth, Jeep, Chrysler, Dodge, Ram Trucks, Mopar e SRT, ha lanciato il suo progetto: grazie a una collaborazione con Accenture Interactive, il colosso ha sviluppato un’applicazione basata su Project Tango che permetterà agli acquirenti di provare la vettura prima dell’acquisto, esattamente come si proverebbe un vestito in un camerino.

Una delle particolarità di Tango, infatti, è quella dell’abilità di mappare grazie a sensori sia la profondità che la distanza degli ambienti fisici nei quali verrà poi inserita la realtà aumentata; ulteriormente, questa capacità non si basa sul GPS ma su una tecnologia che funziona anche negli spazi chiusi.

L’applicazione di FCA permette al possibile acquirente di vedere attraverso un dispositivo mobile l’autovettura di fronte ai propri occhi a grandezza naturale, in modo che possa essere “provata”; renderà inoltre possibile visualizzarla nei diversi colori e addirittura all’interno del proprio garage o nel posteggio sotto casa, in modo da comprendere le effettive misure prima dell’acquisto.

La realtà aumentata è destinata a trasformare il modo in cui gli acquirenti di autovetture scelgono e configurano i veicoli attraverso l’utilizzo di tecnologie immersive, perché queste forniscono un’esperienza gradevole, deliziosa per il cliente” ha dichiarato Luca Mentuccia, senior managing director and head of Accenture’s Automotive practice.

L’app di FCA è stata presentata al Mobile World Congress di Barcellona ed è al momento ancora allo stadio di prototipo; il lancio della versione definitiva è atteso entro la fine dell’anno.

Ottimo periodo per il mercato automobilistico tedesco e il suo affacciarsi al mondo della realtà aumentata: dopo Volkswagen è infatti il turno della compagnia di produzione di componenti per automobili Bosch.

Mentre Volkswagen ha immesso poche settimane fa gli smart glasses nella sua fabbrica di Wolfsburg (per il momento in fase di test ma con ampie speranze di renderli presto operativi al 100%) solo qualche giorno fa si è appresa la notizia dell’acquisizione da parte di Bosch di una quota nella startup di realtà aumentata Reflekt. E’ la stessa Bosch ad aver dato la notizia.

Il mondo delle automobili e quello della realtà aumentata sembrano andare di pari passo grazie ai grandi vantaggi che questa nuova tecnologia può portare nelle fabbriche di produzione: grazie ai visori smart, i lavoratori hanno infatti la possibilità di vedere le istruzioni di produzione e montaggio direttamente di fronte ai propri occhi, allo stesso tempo rimanendo con le mani libere da dispositivi o manuali.

Hans-Peter Meyen, portavoce di Bosch, la pensa proprio così: “In futuro, le applicazioni di realtà aumentata saranno usate in molti ambiti delle nostre vite. Nel settore industriale e nel sottomercato delle automobili, le applicazioni a realtà aumentata ci faranno risparmiare tempo e ridurre i costi.”

L’accordo tra Bosch e Reflekt non arriva totalmente inaspettato: le due compagnie negli ultimi due anni hanno già sperimentato una partnership vincente, che ha visto l’introduzione della realtà aumentata nella creazione di applicazioni per la produzione, servizio, training e applicazioni di marketing all’interno delle produzioni Bosch; ce lo ricorda il CEO di Reflekt, Wolfgang Stelzle: “Siamo convinti che la nostra partnership a lungo termine con Bosch verrà rafforzata da questo investimento. La reputazione e la posizione sul mercato di Bosch accelererà la nostra espansione internazionale e lo sviluppo dei prodotti”.

Dopo lo scandalo emissioni, il gruppo Volkswagen torna nelle news per ben altre (e fortunatamente migliori) motivazioni: il colosso tedesco produttore di automobili, infatti, ha raggiunto le prime pagine di pubblicazioni online e offline nel settore hi-tech grazie all’introduzione di nuovi smart glasses a realtà aumentata nella sua storica sede di produzione di Wolfsburg.

I vantaggi dell’uso di visori nelle catene di produzione non sono più un mistero: la quantità di informazioni decisive che un sistema del genere può fornire ai lavoratori, aggiunto alla comodità di lasciar le mani libere per dedicarsi alle mansioni, sta tramutando l’uso di nuovi device nel settore in un trend ben definito.

Proprio queste sono tra le motivazioni che hanno spinto anche Volkswagen a prendere in considerazione gli smart glasses e a iniziare i relativi test di utilità e gradimento, per il momento attivi su un gruppo di 30 operai, preliminari alla possibile adozione in tutti gli stabilimenti. Come si legge dal comunicato pubblicato sul sito ufficiale della compagnia, i vantaggi dei 3D smart glasses sono già evidenti: i lavoratori, infatti, ricevono automaticamente le informazioni delle quali hanno bisogno, quali le posizioni in magazzino o i codici delle varie componenti, direttamente nel loro campo visivo, e una videocamera sui visori ha funzione di scansione dei codici a barre, indicando quelli giusti o quelli errati e quindi evitando a monte molti errori di svista. Grazie a comandi vocali o touch le mani dei lavoratori sono libere.

La digitalizzazione sta diventando sempre più importante nella produzione. Gli smart glasses 3D portano la cooperazione tra umani e sistemi a un nuovo livello“, ha dichiarato Reinhard de Vries, Head of Plant Logistics a Wolfsburg.

Per il momento l’utilizzo degli smart glasses (che a giudicare dalle prime immagini ricordano molto i Google Glass) è volontario: i lavoratori che ne fanno richiesta ricevono il dispositivo e vengono introdotti alla nuova tecnologia. Volkswagen fa sapere che, viste le attuali esperienze positive, altri dipartimenti e settori della compagni stanno pensando di adottare questo sistema.

 

Le aziende automobilistiche negli ultimi tempi sembrano davvero scatenate quando si parla di realtà aumentata: solo nell’ultimo mese abbiamo parlato dei veicoli/prototipo di Honda e del manuale del guidatore di Hyundai, oggi riportiamo invece la notizia della collaborazione di Volvo e Microsoft.

Le due compagnie, infatti, stanno lavorando a un progetto che le vede coinvolte entrambe, dato che l’obiettivo è quello di portare il famoso visore a realtà aumentata HoloLens di Microsoft all’interno degli showroom Volvo.

La prima dimostrazione con prototipo si è già tenuta nelle sedi Microsoft a Redmond, Washington, dove Volvo ha presentato la sua nuova berlina S90: con l’aiuto della realtà aumentata la casa automobilistica ha potuto mostrare un ologramma a dimensione naturale dell’auto e delle sue sezioni e anche una dimostrazione olografica di una sessione con il sistema di guida semi-autonoma e delle funzionalità di sicurezza del mezzo.

Per fare ciò Microsoft ha trasformato una delle grandi sale del suo quartier generale in uno showroom Volvo; all’interno della sala gli spettatori sono stati accompagnati da un ologramma nella spiegazione delle scelte dei designer della Volvo S90, mentre un altro ologramma permetteva di consultare tutte le variabili del modello esistenti. Il visitatore poteva quindi scegliere il colore e le feature preferiti e visualizzare l’automobile personalizzata proprio di fronte ai propri occhi. Questo permette dunque di avere di fronte l’auto ancora prima che venga prodotta.

La presentazione del prodotto e la scelta dei colori sono solo una piccola parte: infatti la realtà aumentata, oltre a rappresentare un metodo spettacolare e innovativo di mostrare il proprio prodotto, che in tal modo sicuramente non passerà inosservato, è anche utile per mostrare alcune feature che sarebbero altrimenti difficili da far comprendere, come per esempio in questo caso lo stop automatico per evitare incidenti, una delle nuove funzioni di sicurezza della berlina.

I manuali digitali sono una realtà molto comune, ma quanti manuali in realtà aumentata vi vengono in mente? Domanda difficile, vero? Tra qualche tempo, tuttavia, rispondere sarà più semplice grazie alla casa automobilistica sud coreana Hyundai, che a breve sarà la prima a rendere disponibile uno strumento del genere.

Il progetto della compagnia, infatti, è quello di rilasciare entro fine 2015 la app Hyundai Virtual Guide, versione tecnologica del più classico manuale cartaceo dell’auto, che tramite l’uso di un semplice smartphone o tablet e la realtà aumentata, permetterà agli automobilisti di sapere tutto sulle caratteristiche, riparazione e manutenzione della propria automobile.

Per la creazione di questa app, Hyundai ha seguito le risposte a diversi sondaggi sottoposti ai propri clienti, in modo da comprendere quali siano le parti delle automobili meno comprensibili e inserirle nelle spiegazioni; inoltre all’interno di Virtual Guide vi saranno ben 82 video esplicativi, sei immagini in sovrimpressione 3D che appariranno al momento della scansione di determinate aree dell’automobile e più di 50 guide informative.

Tra queste, in particolare, l’app sarà in grado di riconoscere e dare informazioni su parti dell’auto quali filtro dell’aria, bluetooth, indicatori, orologio, filtro dell’olio, quadro elettrico…

“Lo scopo di Virtual Guide è di educare i possessori delle nostre macchine all’utilizzo delle funzionalità del proprio veicolo” ha detto Frank Ferrara, vice presidente di Hyundai Motor America. “Abbiamo modernizzato l’idea del manuale del proprietario per fornire un’esperienza della più alta qualità possibile per la crescente fetta di consumatori esperti di tecnologia.”

La nuova app al suo lanciò sarà compatibile con la Hyundai Sonata 2015, riconoscendone 45 principali funzionalità, ma verrà poi estesa ad altri modelli.

Lo sapevate che il 75% dei guidatori viene distratto mentre guida, in primis dal telefonino, e il 22% degli incidenti automobilistici avviene mentre il conducente sta facendo altre cose o a causa di scarsa visibilità sulle strade?

Questi e altri sono i problemi ai quali un innovativo progetto vuole porre fine: si chiama Hudway Glass e sta finendo la sua campagna su Kickstarter proprio in queste ore, dopo aver superato abbondantemente la cifra richiesta (ben più di 571.000 dollari su un goal di 100.000). Il progetto si prefissa di creare e commercializzare un accessorio universale per veicoli che tramuti il nostro smartphone in uno schermo consultabile senza distogliere lo sguardo dalla strada mentre guidiamo; qui entra in gioco la realtà aumentata, perché i dati consultabili sul nostro smartphone vengono proiettati direttamente sul parabrezza del nostro mezzo, permettendoci di guidare quindi in modo più sicuro.

Il dispositivo, di per sé, è un semplice supporto per smartphone che si attacca sul cruscotto mentre una lente di plastica proietta e migliora alcuni dati chiave visualizzati sul telefono.
L’utente può scegliere tra diverse app che usano il GPS e l’accellerometro per ricevere dati su posizione, velocità di guida e anche navigazione.

Il progetto Hudway Glass è frutto di tre anni di studio e segue lo sviluppo di un’app per iOS e Android, che, per dirla con parole dei creatori, ha cambiato il loro modo di considerare l’utilizzo dei telefoni in auto. L’app in questione è visivamente semplice (tanto da risultate poco accattivante) ma decisamente volta all’utilità: la visualizzazione dei dati è limitata a quelli fondamentali in modo che siano ben visibili e leggibili e che non distraggano il conducente del mezzo.

Insomma, anche a giudicare dalle cifre raccolte, Hudway sembra aver trovato il modo di creare un device che unisca utilità e budget limitato; non rimane che leggere le impressioni dei primi che lo proveranno.

Ve la ricordate la Toyota Camatte? Sembrerebbe proprio che i Giapponesi, quando si parla di realtà aumentata e veicoli, abbiano proprio una marcia in più 😉

Ancora una volta ci troviamo di fronte a progetti sperimentali; se la Camatte era un ibrido tra una vera automobile e un giocattolo, le due vetture delle quale vi parliamo oggi, le Honda Wander Stand e Wander Walker, sono state progettate per essere guidate su marciapiedi e ambienti stretti e affollati.

I due veicoli verranno presentati al prossimo 44th Tokyo Motor Show 2015 e di certo lasceranno molti a bocca aperta, anche grazie alle tecnologie d’avanguardia utilizzate. Vediamoli più nel dettaglio:

il veicolo più grande, chiamato Honda Wander Stand, è una mini-automobile a due posti, con tettuccio e quattro ruote; sembra avere anche porte scorrevoli a scomparsa sui lati. Invece di affidare il controllo della guida a un volante, compare invece un joystick; il tutto è completato da uno schermo touch con un pannello di controllo che si sincronizza con il nostro smartphone, mostrando messaggi e dando anche la possibilità di accettare chiamate.

Il secondo veicolo, l’Honda Wander Walker, ricorda un motociclo, ma ha quattro ruote, di cui quelle anteriori con possibilità di sterzare con angoli sino a 90°. Ha un solo sedile, nessuna copertura e uno schermo frontale analogo a quello dell’altra vettura, con sincronizzazione con lo smartphone inclusa.

Ecco però che in tutto questo entra in gioco anche la realtà aumentata: entrambi i veicoli, infatti, presentano un sistema di immagini 3D e dati superimposti alla realtà, in particolare la Wander Stand lo ha integrato nel parabrezza.

Dalle prime immagini notiamo infatti sullo schermo alcune immagini 3D, l’icona dei messaggi e della chiamata e un conteggio accanto a una lente d’ingrandimento, che rimanda a una ricerca di un luogo con indicazione della distanza.

La produzione delle Automobili diventa virtuale con Ford e la realtà aumentata.

La nota azienda automobilistica, che da anni investe in ricerca e sviluppo, ha deciso di avvalersi nella realizzazione delle nuove autovetture, della realtà aumentata per controllare le linee produttive e ridurre i movimenti a scarsa ergonomia.

Ford, grazie alla realtà aumentata, è in grado,  attraverso delle simulazioni digitali di controllare in anteprima, in modo virtuale ogni fase del processo produttivo, avendo così l’opportunità di di testare in anticipo l’ergonomia delle linee di montaggio , e di ridurre quindi gli sforzi sulla base delle effettive condizioni operative; allo stesso tempo è capace di prendere in modo sempre più preciso provvedimenti finalizzati ad aumentare la sicurezza sul lavoro dei suoi dipendenti. Il responsabile Ford, Allison Stephens ha affermato:

Avvalendoci di test digitali sull’ergonomia dei movimenti, agevoliamo il lavoro dei nostri dipendenti, e rendiamo più sicure le nostre strutture.

Per il lancio di ogni nuovo modello di veicolo, Ford effettua fino a novecento simulazioni digitali, in una fase di testing che può variare dai due ai tre anni, in cui ogni singolo movimento viene rilevato e analizzato, per fare ciò, vengono utilizzati ambienti “aumentati” che ricreano perfettamente in modo del tutto verosimile il reale ambiente lavorativo. La fase di test avviene facendo ricorso all’utilizzo di sistemi motion- capture che grazie a delle telecamere 3D catturano e digitalizzano ogni singolo movimento dei soggetti partecipanti alla fase di test.   Una volta raccolti tutti i dati,  sulla base di questi vengono elaborate delle soluzioni ad eventuali problemi riscontrati, e si procede all’ottimizzazione dei processi produttivi.

Attraverso l’analisi dei movimenti, Ford può misurare lo stress muscolare e gli effetti che il lavoro ha sul corpo umano. Ford sarà cosi costantemente in grado di migliorare  sia in termini di sicurezza che in termini di confort i suoi ambienti di lavoro.

 

 

 

 

 

Ricordate il nostro post riguardante BMW e la realtà aumentata? Risale a Febbraio e parla dell’headset al quale la famosa casa automobilistica stava lavorando per rendere, grazie alla realtà aumentata, l’esperienza dei guidatori unica. Visto il successo dell’iniziativa, l’azienda tedesca ha continuato il suo lavoro in tale direzione, sino ad essere stata la prima a creare l’Head-Up Display, uno schermo che può essere inserito nella parte anteriore dell’automobile così da essere sempre di fronte al guidatore, che non sarà costretto ad abbassare lo sguardo per leggere le informazioni utili, riducendo in questo modo il rischio di distrazioni ed incidenti.

Come si poteva facilmente immaginare da questi primi passi volti verso la realtà aumentata, adesso è giunto il momento dell’integrazione diretta di quest’ultima con l’automobile e con quel che già è stato sperimentato: annuncio di pochi giorni fa, la BMW Serie 5, prevista per il 2017, avrà un sistema operativo che unirà i vantaggi dell’Head-Up Display con le meraviglie della realtà aumentata. Infatti, tramite il “Business Professional” browser, lo schermo non servirà più soltanto a rendere la guida più confortevole, ma anche a proiettare tutto quel che il guidatore vorrà.

Con il nuovo sistema a realtà aumentata, i dati verranno proiettati direttamente sul vetro anteriore dell’auto: sarà possibile avere informazioni su velocità, distanza percorsa, ostacoli o persone sulla strada, indicazioni e tutto quel che di utile possa venirvi in mente.

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Questa non è l’unica novità che BMW ha in serbo per noi: la casa automobilistica sembra essere decisa a lasciarci tutti a bocca aperta con un’altra incredibile innovazione, ovvero la guida autonoma, che raggiungerà anche gli 80 km/h, con cambio strada e parcheggio automatici.

Ve ne parleremo ancora quando BMW mostrerà ufficialmente al pubblico queste novità: il lancio della BMW Serie 5 è previsto per la seconda metà del 2016.

Dal 19 al 21 Giugno si è tenuto il Tokyo Toy Show 2015, e non poteva mancare anche qualche progetto dedicato alla realtà aumentata; in particolare è spiccato quello di Toyota e della sua Camatte.

Il progetto Toyota Camatte è stato lanciato nel 2012 per avvicinare anche i più piccoli al mondo automobilistico, abituandoli sin da bambini alla guida ed educandoli alla gioia di possedere un’automobile. La casa automobilistica ha così creato una piccola auto, completa in ogni parte e funzionante, che possa essere guidata dai bambini con l’aiuto degli adulti e, soprattutto, possa essere facilmente personalizzata secondo le fantasie dei più piccini. Via libera, dunque, a macchine rosa, camioncini degli hot dog e camion dei pompieri!

Per un progetto così innovativo, ovviamente non poteva che essere utilizzata quella che delle tecnologie è tra le più all’avanguardia, ovvero la realtà aumentata; infatti da questa edizione del Toy Show, Toyota ha pensato ad un metodo ancora più semplice e con meno limiti per personalizzare la Camatte: per prima cosa salire in macchina e scattarsi una foto, poi, tramite l’apposita applicazione Camatte Vision ed un semplice tablet, i bambini possono scegliere il look della macchina, abbinando 13 tipi di corpo con 12 colori ed addirittura vedere un modello renderizzato della propria auto personalizzata correre su un (vero) percorso in miniatura con la propria famiglia a bordo!

La versione attuale della Camatte si chiama Hajime, parola che significa “inizio”, ma non è certo la prima: dal 2012 ne sono stati presentati ben sei modelli (Sora, Daichi, Takumi, 57s and 57s Sports), tutti funzionanti come macchine vere. A questo Tokyo Toy Show non era possibile guidare il modello, ma le famiglie han potuto sedervisi all’interno per scattare le foto da modificare con l’app.

Piccola curiosità: l’automobile ed il progetto sono stati chiamati “Camatte” non a caso, perché in giapponese questa significa “avere cura” e si intende come “avere cura degli altri” e, ovviamente, “avere cura dell’automobile”.