Promuovere l’empatia con la realtà virtuale
“La realtà virtuale può essere considerata come la migliore macchina dell’empatia” affermava nel 2015 il regista e fotografo Chris Milk durante un suo TedTalK speech. La tecnologia permette alle persone di sperimentare visceralmente qualsiasi cosa da un punto di vista diverso dal proprio. Infatti vengono letteralmente immerse in ambienti nuovi, mostrando loro come sarebbe vivere una situazione specifica, anche molto difficile, dal punto di vista di qualcun altro.
Qualche anno fa è stata creata un’esperienza in realtà virtuale chiamata Carne y Arena realizzata dal regista Alejandro Inarritu ed esposta anche alla Fondazione Prada di Milano. Utilizzando un visore VR la persona veniva immerso nella difficile situazione di un migrante che dal Messico attraversa la frontiera con gli Stati Uniti. Farà parte di un gruppo di migranti, ormai esausto ed in difficoltà, che viene catturato dalla polizia statunitense, mentre i cani abbaiano e gli elicotteri accerchiano i fuggitivi.
Secondo i ricercatori, queste simulazioni possano farci capire cosa si prova nello sperimentare in prima persona abusi, ingiustizie e soprusi. La tecnologia stimola quindi l’empatia verso il prossimo, aiutandoci a diventare persone migliori e più comprensive.
La realtà virtuale aumenta veramente l’empatia? Ecco un esperimento
Questa teoria è stata provata anche nel 2018, con l’esperimento condotto dal gruppo di ricerca di F.Herrera. Ad un gruppo di partecipanti è stato detto di immaginare che la storia che avrebbero letto si riferisse proprio a loro in prima persona. La storia narra di un protagonista che si ritrova sfrattato e privato di tutto, e perciò deve vivere come un senza tetto. La ricerca di un posto per dormire e del cibo per nutrirsi, sono solo alcuni dei problemi con cui bisognerà interfacciarsi.
Al secondo gruppo di partecipanti viene fatta vivere un’esperienza in realtà virtuale, interagendo con l’ambiente digitale. I partecipanti seguono le stesse vicende della storia narrata al primo gruppo, ma indossano un visore e con dei joystick eseguono azioni sugli oggetti.
I risultati sono stati straordinari, In entrambi i gruppi, i partecipanti sono entrati in empatia con il protagonista senzatetto, ma coloro che hanno vissuto l’esperienza VR, hanno mostrato atteggiamenti maggiormente positivi, e a più lunga durata, nei confronti dei senzatetto, rispetto ai soggetti che hanno solamente letto la storia.
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Addestramento degli astronauti con la realtà virtuale
La realtà virtuale sta oggi ricoprendo un ruolo cruciale per l’addestramento degli astronauti prima delle missioni spaziali. Le principali agenzie spaziali internazionali come NASA, SpaceX, ESA e Australian Space Agency stanno investendo molto in questa tecnologia, che viene spesso abbinata a simulazioni subacquee, dove la spinta gravitazionale è meno evidente.
Titan Lake è un’esperienza di realtà virtuale (VR) sicura e pratica, tra le più quotate nel settore. L’utente indossa un visore VR, con cui potrà visualizzare delle simulazioni di ambienti spaziali, il tutto mentre viene immerso in una piscina. Questo consentirà agli astronauti di sperimentare l’assenza di peso dello spazio mentre galleggiano in acqua.
Il software permette di includere un’ampia gamma di simulazioni virtuali. Gli astronauti infatti potrebbero allenarsi in un’orbita lunare o un’orbita marziana, o potrebbero svolgere delle operazioni di manutenzione all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Questo permette all’utente di reiterare l’addestramento fino al raggiungimento dell’obiettivo e di cambiare sessione con molta facilità.
Inoltre il sistema è brevettato per essere connesso a più dispositivi remoti per effettuare sessioni di training di gruppo, senza doversi spostare fisicamente in un unico luogo. Gli astronauti potranno quindi lavorare insieme in un ambiente di addestramento virtuale in tempo reale. Potranno vedere le stesse scene e collaborare come una squadra, il tutto per essendo in luoghi diversi. Un astronauta potrebbe essere nella piscina di addestramento a Brisbane e l’altro potrebbe essere nel laboratorio di galleggiamento NASA negli Stati Uniti.
L’esperimento NASA
La NASA ha recentemente sperimentato l’efficacia dell’addestramento degli astronauti in VR rispetto alle tradizionali istruzioni scritte. In ambienti a gravità ridotta, cose come la chiusura dei portelloni aperti e lo spegnimento degli incendi sono accompagnati da complesse procedure. Prima venivano usati compendi scritti con istruzioni passo-passo molto precisi che gli astronauti dovevano memorizzare. Ora invece si preferisce usare la realtà virtuale e somministrare agli allievi delle sessioni pratiche subacquee in cui imparano ad eseguire tutto, dalle riparazioni quotidiane al trattamento dell’appendicite. I risultati dell’addestramento VR sono stati spettacolari: i partecipanti sono stati in grado di eseguire i compiti necessari in un’ora. Con le tradizionali istruzioni scritte lo stesso risultato è stato raggiunto invece in 4 ore.
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Palestre chiuse? Rimettiamoci in forma con la VR
A causa dell’aumento dei contagi nelle ultime settimane, il governo ha deciso di adottare una stretta sulle palestre, che rimarranno chiuse finché la curva non decrescerà. Nel frattempo, per aiutarci a mantenerci in forma, arriva in aiuto la realtà virtuale, con una serie di esperienze dedicate al fitness.
Con l’avvento della pandemia, l’allenamento virtuale sta diventando sempre più di tendenza, perché è possibile svolgere gli esercizi direttamente a casa. Indossando un visore VR, come uno della serie Oculus (Go, Quest o Rift), è possibile immergersi in un mondo virtuale ricreato digitalmente in cui potersi allenare più stimolati. È stato dimostrato inoltre che come il fitness svolto in VR riesca ad inibire la percezione del dolore, soprattutto se lo stimolo visivo è particolarmente forte. Questo perché, durante l’allenamento VR, l’80% del cervello si concentra sui percorsi visivi, mettendo in secondo piano la fatica.
Le nostre 5 esperienze VR preferite che non vi faranno rimpiangere le palestre
Nei paragrafi successivi potrete scoprire quali sono le 5 nostre esperienze di fitness virtuale, che possono aiutarci in questo momento lontani dalle palestre. Queste applicazioni si possono trovare nell’oculus store e scaricare direttamente nel vostro visore.
1. Beat Saber
La prima che vi proponiamo è Beat Saber, il rhythm game in realtà virtuale preferito dai giocatori. Armato di due spade laser luminose, il giocatore deve colpire una sequenza di blocchi che appaiono a ritmo di musica. Ogni cubo ha un colore e una direzione che corrispondono alla spada da utilizzare per tagliarlo e il verso in cui farlo. I movimenti veloci delle braccia permettono all’utente di bruciare calorie, fino a 700 in una sola ora di gioco.
2. Fit XR
Continuiamo con Fit XR, un gioco ispirato al Kickboxing, che accompagna il workout con dinamiche da videogame e musica energica. Durante le routine ad alta intensità, gli utenti dovranno fare il punteggio più alto possibile facendo gli esercizi correttamente. I percorsi di allenamento sono stati sviluppati in collaborazione con istruttori professionisti e hanno diversi livelli di difficoltà. Questo fa si che il gioco può essere adatto sia al principiante sia all’atleta esperto.
3. On Shape
OnShape è un rhythm game total body ispirato al programma televisivo giapponese Hole in the Wall. L’utente dovrà muovere tutto il corpo per eseguire le pose richieste al fine di attraversare, distruggere o schivare le pareti che gli arrivano addosso a ritmo di musica. Il gioco è adatto a tutta la famiglia, perché ha 4 livelli di difficoltà, ed è personalizzabile con le proprie canzoni preferite.
4. Supernatural
Supernatural è il primo servizio al mondo di fitness full-body in realtà virtuale su base associativa. Come una palestra reale, al termine del periodo di prova, si verserà una quota mensile. Progettato per Oculus Quest e connesso al proprio smartphone, il gioco offre un’ampia gamma di allenamenti giornalieri creati da istruttori esperti, un monitoraggio dettagliato del fitness, un ampio catalogo di musica e la possibilità di allenarsi nelle destinazioni più belle del mondo, senza mai uscire di casa.
5. Guided Tai Chi
Infine vi proponiamo un’esperienza più meditativa, ispirata alle arti marziali, si tratta di Guided Tai Chi. Il gioco permette di sperimentare una moderna rivisitazione dell’antica pratica cinese. Rinfresca la mente, il corpo e lo spirito con oltre 200 allenamenti ispirati al Tai Chi in 20 bellissime ambientazioni naturali.
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SEAT sviluppa i nuovi prototipi con realtà virtuale e stampa 3D
Seat, azienda automobilistica spagnola che fa parte del colosso tedesco Volkswagen, ha di recente realizzato un nuovo Centro Sviluppo Prototipi molto innovativo a Martorell. Verranno riuniti infatti tutti i processi precedenti alla produzione in serie, utilizzando la realtà virtuale in combinazione alla stampa 3D per il design dei nuovi modelli di auto.
Il brand ha deciso infatti di puntare tutto sul digitale costruendo un nuovo edificio di oltre 3.000 metri quadri in cui si svilupperà l’intero processo di prototipazione delle nuove auto. Per SEAT la realtà virtuale è uno strumento essenziale per analizzare e migliorare il prodotto già dalle primissime fasi della concettualizzazione. In questo modo si riducono nettamente i tempi di lancio dei nuovi modelli e si migliora l’efficienza nei processi e nella gestione delle risorse. La tecnologia, inoltre, è in grado di creare più del doppio di simulazioni, come ad esempio le collisioni virtuali, rispetto al classico sistema di progettazione.
Una volta che il progetto viene completato virtualmente la stampa 3D ha lo scopo di “concretizzare” ciò che si è sviluppato digitalmente. Questo passaggio velocizza ancora di più l’iter di prototipazione, creando dei modelli reali in poco tempo. In totale, utilizzando VR e stampa 3D in sincronia, i tempi di produzione del prototipo si riducono di oltre 30%, rispetto al sistema tradizionale.
“La trasformazione del nostro Centro Sviluppo Prototipi ci permette di lavorare con efficienza allo sviluppo e lancio dei nuovi modelli”, ha spiegato Anabel Andión, responsabile del CPD di SEAT. “Lavoriamo con la realtà virtuale e la stampa 3D da più di tredici anni. Con queste nuove strutture e l’unificazione del CPD intendiamo scommettere più che mai sullo sviluppo di soluzioni digitali ed elettroniche adatte all’auto di domani”.
Qualche tempo fa abbiamo visto come anche Hyundai sta integrando la virtual reality nel processo di prototipazione dei nuovi modelli, con grandi vantaggi. Questa tecnologia è destinata a diventare nel breve periodo lo standard a cui tutti i brand dovranno adattarsi per produrre vetture in modo più efficiente.
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La Virtual Reality sempre più protagonista della Mostra del Cinema di Venezia
Nonostante la pandemia mondiale Covid19, quest’anno la settantasettesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia si terrà ugualmente dal 2 al 12 settembre 2020. La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è stata uno dei primi festival di cinema al mondo a manifestare interesse per la Virtual Reality. Nel 2016 è stato costruito il primo VR Theatre e dal 2017 sono stati inclusi in concorso anche i film in realtà virtuale, creando una nuova categoria dedicata Venice Virtual Reality.
Fino al 2019 la competizione per i film VR si teneva presso l’isola del Lazzaretto Vecchio a Venezia, con la partecipazione di una giuria internazionale. Quest’anno però, vista l’emergenza sanitaria, le opere in VR saranno fruibili esclusivamente online grazie a una piattaforma digitale innovativa che vede il sostegno di HTC Viveport, Facebook’s Oculus, VRChat e VRrOOm. Grazie a questa novità quest’edizione verrà denominata “Venice VR Expanded“.
A Venice VR Expanded parteciperanno ben 31 opere immersive (lo scorso anno erano 27), 9 progetti fuori-concorso e 4 sviluppati nel corso della quarta edizione di Biennale College Cinema-VR o di edizioni precedenti. In quest’ultima sezione sarà presente il molto atteso film italiano “Vajont”, realizzato in collaborazione con la Biennale di Venezia. La giuria del Venice VR Extpanded assegnerà i seguenti premi: Gran Premio della Giuria per la Migliore opera VR immersiva, Migliore esperienza VR immersiva e Migliore storia VR immersiva.
Gli spettatori registrati potranno accedere a tutti i 44 titoli della rassegna, attraverso uno speciale accredito VR. Indossando il proprio visore si avrà accesso a tutti i contenuti presenti, adatti però ad un pubblico maggiore di 14 anni. La piattaforma Venice VR Expanded sarà inoltre accessibile in molte location nel mondo, grazie alla disponibilità delle istituzioni che aderiscono al programma di networking Satellite.
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La Realtà Virtuale migliora la riabilitazione post ictus
Ritorniamo a parlare degli effetti benefici della realtà virtuale per scopi medicali, ora utile anche per pazienti che hanno sofferto di ictus cerebrale. Qualche tempo fa abbiamo parlato ci come questa tecnologia possa aiutare la riabilitazione fisica, quella dei malati di Parkinson e per affrontare meglio la demenza. Oggi una scoperta tutta italiana ha dimostrato che può migliorare anche la riabilitazione post ictus.
L’ASP di Ragusta ha introdotto di recente un nuovo elemento nel percorso di diagnosi e cura dell’ictus cerebrale, ossia il VRRS – Virtual Reality Rehabilitation System. Questa esperienza VR verrà utilizzata dopo l’intervento chirurgico e in contemporanea con la terapia farmacologica permettendo una riabilitazione precoce, per ridurre al minimo l’invalidità post ictus.
Il VRRS permetterà di creare un programma personalizzato per ogni malato e sfrutterà la realtà virtuale per riabilitare sia la componente motoria che quella cognitiva. La procedura sarà supervisionata, da remoto, dal centro neurolesi del’IRCCS “Bonino Pulejo” di Messina per osservare da vicino tutti i progressi del paziente durante l’iter di cura.
L’efficacia riabilitativa del VRRS amplificata dallo straordinario adattamento che i pazienti mostrano rispetto all’innovativa metodica, in quanto percepiscono il complesso degli esercizi riabilitativi da eseguire come un gioco. Questo innesta un meccanismo motivazionale fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi riabilitativi.
Grazie a feedback visivi e uditivi immediati, questo strumento di “gioco” permette così di migliorare il controllo del movimento con un ritorno preciso della correttezza o meno dell’esercizio.
Lo strumento VR è stato pensato per essere molto semplice da utilizzare e presenta un’interfaccia intuitiva e semplificata che consente un’immediata gestione di tutte le sue funzionalità. Pertanto attraverso la realtà virtuale le attività riabilitative possono essere personalizzabili e adattabili a ogni singolo paziente, con applicazioni di riabilitazione motoria, cognitiva, posturale, e logopedica.
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Perché usare la realtà virtuale per l’immobiliare? Ecco 5 buoni motivi
Qualche tempo fa abbiamo parlato di come lo showroom VR può essere usato per aumentare le vendite nel settore immobiliare, in seguito al lockdown. L’agenzia infatti può creare il proprio showroom virtuale con tutti gli immobili in vendita a 360° o addirittura ricostruiti in 3D in qualità fotorealistica, visitabile da remoto con un visore VR.
Ma perché adottare questa tecnologia può essere profittevole per il settore dell’immobiliare? Ne vale veramente la pena? Cinque sono i buoni motivi per implementarla nella strategia aziendale.
1. Riduzione dei tempi
Gli showroom in realtà virtuale fanno risparmiare tempo sia ai clienti che agli agenti immobiliari. Non è necessario infatti spostarsi tra le varie proprietà per far i sopralluoghi. Nel giro di pochi minuti, i potenziali acquirenti possono vedere molte soluzioni con la VR e decidere poi quali vale la pena visitare di persona. In questo modo si visiteranno solo le proprietà a cui sono veramente interessati.
2. Attenzione ai dettagli
Un tour in realtà virtuale viene realizzato usano immagini ad altissima risoluzione, per far si che siano visibili tutti i dettagli di ogni abitazione. Durante la visita, i potenziali acquirenti possono quindi focalizzarsi anche sui particolari, non avendo fretta di spostarsi tra una proprietà e l’altra.
3. Migliore gestione del flusso di clienti
Per gli agenti immobiliari, seguire ogni singolo cliente è un’attività piuttosto dispendiosa. Organizzare visite, mostrare proprietà, comunicare i prezzi, negoziare, richiedono molto tempo. Perciò è difficile riuscire a lavorare contemporaneamente con un numero elevato di clienti. La realtà virtuale ottimizza i flussi degli acquirenti in entrata, permettendo all’agente di dedicarsi solamente a coloro che sono effettivamente interessati.
4. Minori costi
Lo sviluppo di tour virtuali può sembrare costoso, ma in realtà, se confrontato ai classici investimenti di marketing tradizionale, è addirittura più conveniente. Senza contare che saranno necessarie meno ore di lavoro dei collaboratori per gestire i potenziali acquirenti. Inoltre, una volta creata l’infrastruttura, può essere facilmente aggiornata con le nuove occasioni.
5. Maggiore empatia
I tour virtuali aiutano a migliorare l’esperienza del cliente affinché siano più propensi alla stipula del contratto d’acquisto. Aggiungendo ulteriori informazioni nell’esperienza come la storia dell’edificio, descrizione del quartiere e calcolatori di mutui, l’acquirente farà una scelta più consapevole con minori probabilità di ripensamento.
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Gli astronauti della NASA si addestrano con la realtà virtuale
Boeing, in collaborazione con la NASA, ha deciso addestrare gli astronauti utilizzando la realtà virtuale. È un trend sempre più comune quello delle aziende multinazionali che formano ed addestrano i propri dipendenti utilizzando questa tecnologia, che ha trovato nuova linfa in seguito alla pandemia di coronavirus.
Boeing, azienda americana leader nella produzione di aeroplani, ha deciso di investire nella VR per migliorare il lavoro degli astronauti nello spazio. La multinazionale ha cominciato di recente a progettare anche veicoli spaziali, attraverso il programma Boeing Starliner. Nei prossimi anni l’azienda produrrà, in collaborazione con la NASA, capsule e astronavi per trasportare i cosmonauti alla Stazione Spaziale Internazionale, già nel 2021. Si tratta di una collaborazione simile a quella che l’agenzia spaziale americana ha stipulato con la SpaceX di Elon Musk, che ha lanciato qualche settimana fa la prima capsula Dragon.
In quaratena gli astronauti si addestrano da casa
Durante il lockdown i centri di addestramento spaziali erano chiusi e gli astronauti hanno potuto esercitarsi a casa grazie alle simulazioni in realtà virtuale. Sono stati impiegati dei visori della società finlandese Varjo con cui è possibile immergersi nella ricostruzione 3D della cabina di pilotaggio in qualità 4K. I tirocinanti hanno potuto mettersi alla prova durante tutte le fasi critiche come i momenti prima del lancio, l’attracco, lo sganciamento e l’atterraggio.
Le ricostruzioni 3D sono molto realistiche e simulano perfettamente l’ambiente angusto della capsula spaziale. Gli astronauti possono attivare gli interruttori e manovrare il pannello di controllo, per iniziare a familiarizzare con gli strumenti della cabina e con i processi.
L’esperienza utilizzata durante la quarantena è diventato poi lo strumento fondamentale per il training definitivo durante le 2 settimane di isolamento standard prima della missione. In questo modo i cosmonauti possono tenersi in allenamento e farsi trovare pronti in vista della partenza.
Vuoi scoprire perché usare la realtà virtuale nella formazione? Quali sono i vantaggi? Ecco qui la nostra guida gratuita.
- Pubblicato il Training in Realtà Virtuale
Il momento chiave della realtà virtuale è arrivato grazie al lockdown
Durante i momenti più bui del lockdown abbiamo desiderato tutti un visore che in pochi secondi ci avrebbe permesso di uscire di casa e viaggiare virtualmente. Proprio per questo motivo le vendite dei visori VR aumenteranno nel 2020. Molti utenti hanno potuto comprendere le qualità delle tecnologie immersive grazie alla quarantena forzata, ed il settore è cresciuto rapidamente.
L’IDC (International Data Corporation) stima infatti che nel 2020 le vendite di visori aumenteranno del 23,6% rispetto al 2019. La crescita nel lungo termine (2020-2024) è ancora più sensazionale con un tasso annuo (CAGR) che supera l’80%. Inoltre la percentuale di giocatori su Steam dotati di visore VR è aumentata del 50% solo nel mese di aprile. Il punto di svolta della realtà virtuale è arrivato.
La crisi causata dal Coronavirus potrebbe quindi segnare il trionfo della realtà virtuale, facendo diventare la tecnologia un fenomeno di massa. Il lockdown ha costretto morte persone allo smartworking, facendo loro apprezzare l’ambiente di lavoro da remoto. Una realtà da cui sarà molto difficile tornare indietro. Molte aziende stanno fantasticando su come renderle lo smartworking più immersivo ed interattivo rispetto alle classiche piattaforme di videoconferenza. Una modalità potrebbe essere appunto la realtà virtuale, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa.
Oculus, società leader nella produzione di visori VR, ha infatti annunciato da poco due nuove applicazioni pensate per il mondo del lavoro: Immersed e Spatial. Immersed crea uno spazio di lavoro VR senza distrazioni, con possibilità di inserire più schermi, anche condivisi con i colleghi. Spatial è una piattaforma di conferenze in VR che inserisce nella stessa stanza virtuale tutti i partecipanti al meeting. Nei prossimi tempi questi strumenti saranno destinati a diffondersi come Skype e Zoom.
I nuovi visori VR post lockdown
Dopo la fine del lockdown, hanno cominciato a proliferare una miriade di nuovi visori VR, più performanti, più leggeri e a prezzi più abbordabili. Ad esempio XRSpace Mova nasce come il rivale più agguerrito dell’Oculus Quest, con qualità grafica e potenza più elevate. Interessante anche la possibilità di creare il proprio avatar che replica le espressioni facciali e sincronizzazione del movimento delle labbra quando la persona parla.
Dopo la fine del lockdown, hanno cominciato a proliferare una miriade di nuovi visori VR, più performanti, più leggeri e a prezzi più abbordabili. Ad esempio XRSpace Mova nasce come il rivale più agguerrito dell’Oculus Quest, con qualità grafica e potenza più elevate. Interessante anche la possibilità di creare il proprio avatar che replica le espressioni facciali e sincronizzazione del movimento delle labbra quando la persona parla.
È stato annunciato anche il nuovo visore di HP, il Reverb G2, che arriverà nel prossimo autunno. Si tratta di una nuova evoluzione del modello attuale G1 pensato per essere più confortevole e più intuitivo nell’utilizzo.
Infine è stato presentato anche il nuovo visore entry level di Lenovo, il Mirage VR S3, in cui è stata inserita la modalità “Classroom VR” dedicata alla formazione scolastica da remoto.
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Prada sceglie la realtà virtuale per trasformare la comunicazione ed il retail
Anche Prada si converte al digitale e diventa una tra le moltissime case di moda che stanno scegliendo di adottare le tecnologie immersive, come realtà aumentata e realtà virtuale, per affrontare le sfide del Covid19.
Durante questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus, i brand del fashion hanno visto cancellare le loro prassi consolidate di comunicazione con il pubblico e di vendita ai buyer. Gli eventi, come la Milano Fashion Week, saranno sospesi per parecchio tempo e la campagne vendite sono state pesantemente penalizzate dal lockdown mondiale. Le grandi case di moda stanno trovando nel digitale, soprattutto realtà virtuale e aumentata, una modalità per ricominciare a fare business rispettando il social distancing.
Il progetto VR di Prada
La maison di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli ha deciso di estendere il progetto Virtual Reality, concepito inizialmente come integrazione dell’esperienza in–store o degli eventi. Questo per offrire ai suoi clienti la possibilità di fruire dei contenuti di realtà virtuale in qualunque luogo, anche dalla propria casa, utilizzando semplicemente un visore VR. I contenuti virtuali verranno visualizzati attraverso le piattaforme YouTube VR, Veer e Oculus.
L’esperienza è un viaggio intenso ed emozionale, pensato per coinvolgere i clienti, nonostante le distanze e i vincoli del social distancing, al fine di rinnovare la relazione con il brand. Attraverso la realtà virtuale, i visitatori potranno vedere in anteprima le collezioni uomo e donna, ma anche scoprire il progetto Made to Measure e come vengono realizzate le calzature dagli artigiani Prada. Il tour immersivo farà tappa negli store iconici di Tokyo, New York e Los Angeles, per ritornare poi in territorio italiano e vistare la Fondazione Prada, a Milano e Venezia.
Accanto ai contenuti virtuali narrativi, verrà in seguito lanciato un videogioco chiamato Prada Journey, per creare un’ulteriore opportunità di coinvolgimento soprattutto per le generazioni più giovani.
- Pubblicato il Showroom VR