La realtà aumentata diventa un valido alleato nei padiglioni dedicati alla produzione delle auto Audi. L’azienda ha deciso di implementare questa tecnologia per pianificare diverse tipologie di processi logistici. Non è la prima volta che Audi usa la realtà aumentata nella strategia aziendale. Da alcuni anni, infatti, la divisione di Product Communications la sfrutta per spiegare processi tecnici e tecnologie complesse ai giornalisti con animazioni 3D (ecco un esempio).

Usare la realtà aumentata nella gestione logistica

I “gemelli digitali” visualizzati nel padiglione logistico (credits: Volkswagen AG)

Il nuovo progetto permette di aumentare l’efficienza della pianificazione logistica, utilizzando degli ologrammi 3D a grandezza reale che vengono proiettati nell’ambiente fisico. Questi ologrammi sono visualizzabili utilizzando gli smartglasses Hololens 2, prodotti da Microsoft. In questo modo gli specialisti potranno valutare meglio gli ingombri delle strutture logistiche in relazione agli spazi dei padiglioni logistici Audi. Il software AR include i modelli 3D esistenti delle strutture, realizzati con il CAD, permettendo agli operatori proiettare il “gemello digitale” di scaffalature, contenitori e componenti, direttamente nel magazzino.

Grazie a questo software innovativo è possibile rendere il lavoro più rapido ed efficiente. Infatti permette di gestire i padiglioni logistici in modo elastico, per organizzare rapidamente le strutture in funzione anche di picchi di lavoro. Inoltre non richiede l’utilizzo di prototipi fisici per valutare le dimensioni degli elementi che verranno inseriti.

La tecnologia AR permette anche di visualizzare le stesse immagini contemporaneamente su più dispositivi remoti grazie alla sincronizzazione. In questo modo tutti gli utenti coinvolti possono sia modificare sia vedere i cambiamenti in tempo reale. Questa funzionalità favorisce il confronto e facilita la collaborazione tra colleghi, anche se si trovano in luoghi diversi.

Tobias Grigl, responsabile del progetto, ha raccontato: “Finora, per poter visualizzare le strutture produttive e le relative dimensioni, abbiamo utilizzato prototipi creati internamente di contenitori, scaffali e linee, fissati al pavimento in modo piuttosto complesso. È un processo che richiede molta immaginazione. La realtà aumentata è uno strumento ideale per colmare il divario tra il mondo reale e quello virtuale, perché aiuta a riconoscere i problemi nella fase iniziale e a sviluppare rapidamente soluzioni.”

Audi ora guarda avanti e sta pianificando di usare la stessa piattaforma in realtà aumentata anche per predisporre la produzione di veicoli elettrici nello stabilimento principale. Una rivoluzione destinata a cambiare per sempre le modalità di gestione dei processi complessi.

L’anno scorso vi abbiamo raccontato del primo incontro tra Mark Zuckerberg, CEO di Facebook, e Leonardo del Vecchio, Presidente di Luxottica, nella sede agordina della multinazionale leader dell’occhialeria. Le indiscrezioni ipotizzavano la nascita di una nuova partnership per la realizzazione degli smartglasses del futuro, per la realtà aumentata.

Un anno dopo, le prime novità di questa collaborazione sono state svelate al Facebook Connect 2020, l’evento annuale dove l’azienda rivela tutte le novità tecnologiche più innovative. Zuckerberg ha annunciato che il lavoro con EssilorLuxottica sta dando i suoi frutti, anticipando che degli occhiali intelligenti – ma eleganti – verranno rilasciati già il prossimo anno.

“Project Aria”, la realtà aumentata di Facebook diventa indossabile

Credits: facebook.com

L’iniziativa, soprannominata “Project Aria”, ha come obiettivo quello di obiettivo sviluppare degli occhiali intelligenti di dimensioni normali, leggeri e alla moda, che si possano indossare tutto il giorno. Attraverso questi smart glasses sarà possibile interagire con ologrammi, oggetti digitali e informazioni in realtà aumentata, non perdendo il contatto con gli altri individui attorno.

Tra le funzionalità più innovative spiccano il riconoscimento o la localizzazione gli oggetti all’interno di grandi gruppi (per scopi professionali), traduzione in tempo reale di un testo, videochiamate riservate con il video mostrato sulla lente e l’audio ascoltato per induzione ossea e la navigazione gps in realtà aumentata.

Il flop dei Google Glass è anche dovuto al loro design, molto tecnico e poco adatto alla vita di tutti i giorni. Questo è stato il punto di partenza del processo di creazione dei nuovi smartglasses, che devono essere un supporto indossabile ma discreto. Per questo Facebook ha scelto Luxottica come partner. Zuckerberg ha commentato: “Sono i migliori al mondo nell’occhialeria. Possiedono brand come RayBan e Oakley, e progettano e costruiscono montature per tutti, da Armani a Versace. E dopo aver trascorso del tempo con il loro team e aver visitato l’azienda, ho capito che erano il partner giusto per aiutarci a mettere assieme la tecnologia più innovativa ed i migliori occhiali“.

Siamo particolarmente orgogliosi della nostra collaborazione con Facebook, che proietta un marchio iconico come Ray-Ban in un futuro sempre più digitale“, ha dichiarato Rocco Basilico, Chief Wearables Officer di Luxottica. “Combinando un marchio amato e indossato da milioni di consumatori in tutto il mondo ed una tecnologia che ha avvicinato le persone di tutto il mondo, possiamo ridefinire le aspettative sui wearables. Stiamo aprendo la strada ad una nuova generazione di prodotti destinati a cambiare il nostro modo di guardare al mondo“.

Credits: facebook.com
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Secondo gli ultimi rumors Apple starebbe progettando due nuovi dispositivi per la realtà aumentata, che saranno disponibili sul mercato dal 2022.

Sono ormai anni che casa di Cupertino sta integrando sempre di più questa tecnologia nei propri device. Nel 2017 ha presentato anche ARkit il proprio tool creare contenuti in realtà aumentata, confermando il grande interesse verso questa tipologia di innovazione digitale.

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Secondo i recenti rumours di Bloomberg, Apple starebbe lavorando sulla produzione di due nuovi visori che verranno lanciati presumibilmente a partire dal 2022. Uno di questi è dedicato esclusivamente alle esperienze in mixed reality e ai giochi virtuali. L’altro headset, Apple Glass, è pensato invece per essere utilizzato nella vita di tutti i giorni sfruttando la tecnologia della realtà aumentata.

Secondo le indiscrezioni il primo sarà un’evoluzione più performate dell’Oculus Quest, un visore portatile senza fili ma dalla grande qualità grafica. È chiamato con il nome in codice N301 e “combinerebbe il meglio di AR e VR” permettendo agli utenti di immergersi in esperienze e giochi in realtà mista. Come Oculus, avrà un’App Store dedicato con il catalogo completo di applicazioni VR disponibili. L’azienda non si è ancora decisa sul prezzo.

Gli Apple Glass, invece, saranno dedicati esclusivamente alla realtà aumentata ed avranno lenti trasparenti come gli Hololens di Microsoft. Questi avranno un funzionamento più complesso degli N301 e perciò usciranno forse più avanti, a partire dal 2023.

Entrambi i dispositivi utilizzeranno lo strumento vocale Siri, per essere più smart e per essere controllati senza utilizzare dei controller fisici.

Smartworking del futuro di Facebook con la realtà aumentata

Dopo l’annuncio di Twitter, che permetterà per sempre ai propri dipendenti lavorare da casa, anche Facebook è all’opera per reinventare lo smartworking del futuro, condito da nuove tecnologie come la realtà aumentata.

Da parecchio tempo infatti Facebook crede nelle tecnologie digitali come AR e VR, ed ha acquisito la società Oculus, il più importante produttore di visori per la realtà virtuale, già nel 2014.

Qualche giorno fa il responsabile Facebook per realtà virtuale e realtà aumentata, Andrew “Boz” Bosworth, ha twittato un frammento di video che mostra lo smartwoking del futuro, non troppo distante da noi. Nel filmato si utilizzano infatti tecnologie già esistenti implementabili nel presente con i sistemi informatici dell’azienda. Nel video, che dura solo otto secondi, si vedono dei display virtuali fluttuanti, che vengono rapidamente ridimensionati e riorganizzati dall’utente attraverso i gesti delle delle mani.

Ecco qui il filmato pubblicato su Twitter:

Bosworth ha poi commentato: “In tema di potenziamento del lavoro remoto e della produttività, abbiamo lavorato su concetti di mixed reality. Utilizziamo tecnologie esistenti per consentire alle persone di passare dal mondo reale a quello virtuale, in modo fluido. Questo è un filmato reale che utilizza un prototipo di smartglasses.”

Facebook spiega in un post sul blog: “In futuro, potremmo creare uno spazio di lavoro potenziato con più schermi personalizzabili in VR, senza i limiti dei monitor fisici. Il progetto sfrutterebbe tecnologie digitali per creare un’esperienza di produttività in mixed reality. In questo modo le persone potranno passare da un mondo reale a uno virtuale in qualsiasi momento, migliorando la consapevolezza spaziale e offrendo la stessa flessibilità a cui siamo abituati con laptop, tablet e altri dispositivi comuni”.

Facebook ha accelerato i lavori sulla mixed reality durante la pandemia di COVID-19 collaborando assiduamente con Oculus. Questo dimostra quanto seriamente la società sia impegnata nello sviluppo della presenza virtuale.

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Qualche giorno fa è stata annunciata la nuova versione degli Spectacles, gli occhiali smart di Snapchat, giunti ormai alla terza evoluzione. Contrariamente ai precedenti, i nuovi smartglasses sono stati progettati per visualizzare e gestire effetti 3D in realtà aumentata.

Grazie infatti ad una doppia fotocamera HD, gli Spectacles riusciranno percepire la profondità dell’ambiente e le dimensioni degli oggetti nello spazio, in un modo simile a quello dell’occhio umano. Gli utenti potranno arricchire così le proprie foto ed i propri video con effetti grafici in 3D, proprio come nell’app mobile di Snapchat.

Basterà azionare uno dei due pulsanti presenti sulla montatura per registrare video di massimo 60 secondi oppure per scattare una fotografia. Le fotocamere sono accoppiate anche ad un sistema di 4 microfoni per registrare video in alta definizione anche per la parte audio. Successivamente gli utenti trasferiranno i video nell’app di Snapchat dove potranno modificare i filmati e gli scatti, aggiungendo effetti particolari 3D in realtà aumentata.

In arrivo anche un visore cartonato 3D viewer (molto simile a Google Cardboard) per immergersi nei propri ricordi oppure per visualizzare quelli creati dagli amici.

Gli Spectacles 3 sono stati disegnati per essere molto trendy e saranno disponibili in due colori: nero ed oro. La batteria ora è migliorata e permette di catturare fino a 70 video e oltre 200 foto con una ricarica completa. La memoria interna di 4GB consente di archiviare fino a 100 video oppure oltre 1000 foto.

Sono già preordinabili sul sito Spectacles.com al prezzo di 370 euro, ma arriveranno solo questo novembre. Un prezzo più che raddoppiato rispetto al vecchio modello, disponibile su Amazon a 175 euro.

La nuova generazione degli smart glasses in realtà aumentata è destinata esclusivamente ad utenti aziendali

 Credits: google.com

Dopo il flop dei primi Google Glass, presentati già nel 2013, Big G apre un nuovo capitolo per gli smart glasses più famosi al mondo. Sulla spinta del successo della realtà aumentata, l’azienda ha deciso di riprovarci ma ridimensionando le ambizioni, puntando esclusivamente all’uso aziendale. Produzione, logistica ed assistenza sanitaria sono i settori ai quali questi device si rivolgono.

L’uso dei dispositivi wearable aiuta gli addetti a compiere il loro lavoro in modo più efficiente, consentendo loro di accedere a informazioni e a strumenti necessari per supportare le attività che devono svolgere, avendo però le mani libere. Secondo le aziende che già utilizzano questi device, i tempi di produzione si riducono addirittura del 25%.

Per creare la seconda generazione dei Glass, Google ha fatto tesoro dei dati e dei consigli dei grandi clienti come AGCO, DHL e General Electric. Il risultato è un dispositivo AR tra i più leggeri del mercato, con interessanti miglioramenti hardware e software. I nuovi Google Glass Entreprise Edition, infatti, presentano un touchpad per la navigazione sul lato della montatura degli occhiali, una fotocamera da 8 MP progettata per fornire un migliore streaming video in prima persona e un display trasparente per informazioni come video, e-mail e altre notifiche. Inoltre il chip Qualcomm Snapdragon XR1, offre una maggiore potenza ed un nuovo motore di intelligenza artificiale. Questo consente risparmi energetici significativi, supporto per computer vision e funzionalità avanzate di machine learning. Anche l’assistente vocale è integrato del software: basterà pronunciare le parole “Ok Google…” seguite dalla richiesta, per avviare una ricerca da parte del dispositivo.

Nonostante le funzionalità siano limitate rispetto ad altri smart glasses AR (ad esempio Hololens) presenti sul mercato, i Google Glass Entreprise Edition supportano alcune interessanti funzionalità. Ad esempio, gli operatori possono collegarsi e condividere ciò che vedono in diretta con esperti e colleghi, per collaborare e risolvere i problemi in tempo reale.

Interessante il prezzo: 999 dollari per la configurazione standard. Decisamente più competitivo rispetto ai 3500 richiesti da Microsoft per i nuovi Hololens 2.

Lenovo lancia il guanto di sfida agli HoloLens di Microsoft, presentando alla conferenza Transform 3.0 di Accelerate un nuovo modello di smartglasses per la realtà aumentata, chiamato ThinkReality A6. Già attiva da tempo nel mercato della realtà virtuale con i visori Explorer e Mirage, Lenovo decide di cambiare rotta e di scommettere tutto sull’augmented reality, che si stima in futuro espanderà le sue potenzialità molto di più della VR.

Creato nel contesto dell’iniziativa smart business di Lenovo, il ThinkReality A6 è progettato per aiutare i professionisti per ricevere assistenza, ridurre i tempi delle riparazioni, eliminare gli errori, snellire i flussi di lavoro complessi, migliorare la qualità dei corsi di aggiornamento, collaborare e contenere i costi. Può anche essere implementato nei settori di architettura, ingegneria e costruzione per la creazione e la visualizzazione di prototipi in 3D nel mondo reale.

Il visore pesa appena 380 grammi ed è in grado di garantire fino a 4 ore di funzionamento senza alimentazione. Può essere controllato tramite voce, gesture o semplicemente indirizzando lo sguardo verso specifiche zone, oltre che con i controller.

Tutte queste caratteristiche di mobilità e leggerezza consentono al nuovo headset di Lenovo di proporsi nel settore dell’industria, andando popolare la gamma di smartglasses AR utilizzati per la manutenzione e l’assistenza remota a mani libere. Non ci resta che aspettare e vedere come reagirà il mercato al lancio di questi nuovi smart glasses.

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, si è recato alla sede di Luxottica ad Agordo per una visita riservata. Nello stabilimento ha poi incontrato il presidente Leonardo Del Vecchio e i principali dirigenti della società, leader mondiale del settore dell’occhialeria .

Dalle indiscrezioni, sembra che questa visita sia stata organizzata per dar vita ad un nuovo progetto: gli smart glasses per la realtà aumentata. Zuckerberg, essendo amministratore anche di Oculus, sembrerebbe interessato ad avvicinarsi all’augmented reality ripercorrendo l’esperimento, poco riuscito, dei Google Glass.

Con molti insuccessi alle spalle, il settore degli smartglasses sta comunque riscoprendo interesse. Nel mese scorso anche Huawei è entrata nella partita, presentando degli occhiali molto semplici ma razionali. Consentiranno di rispondere alle chiamate e ascoltare musica in stereo, al posto delle cuffie, e funzioneranno come un’estensione dell’assistente vocale.

Anche Luxottica è interessata a questo settore in quanto, per questi device, potrebbe ricalcare il modello di business adottato da alcuni brand moda per il mondo degli orologi, come Emporio Armani che si è lanciata nel mercato degli smartwatch. Nel 2016 il gruppo bellunese aveva già creato un prototipo di “occhiali intelligenti” per il proprio brand Oakley, che permetteva di monitorare le performance sportive di chi lo indossava.

Credits Il Corriere della Sera

Gli occhiali per la realtà aumentata di Apple non saranno pronti prima del 2020, lo ha rivelato l’analista Ming Chi Kuo confermando le indiscrezioni di Bloomberg. Gli “Apple Glass” saranno infatti un accessorio prodotto esclusivamente per iPhone, con cui saranno accoppiati con ogni probabilità attraverso un collegamento wireless.

L’interesse di Apple per la realizzazione di un suo occhiale per la realtà aumentata non è una novità, visto che l’azienda nel tempo ha acquisito realtà specializzate nella produzione di lenti. Tim Cook, CEO dell’azienda californiana, ha più volte sottolineato pubblicamente il grande valore intrinseco della realtà aumentata, addirittura superiore a quello della ben più diffusa (almeno per ora) realtà virtuale. 

Il mercato dei visori di realtà aumentata attrae molte grandi società ma è un settore molto più difficile di quello che sembra. Il flop dei Google Glass dimostra che anche le corporate possono inciampare, proponendo dei prodotti tecnologicamente avanzati ma che presentano molti problemi nell’uso quotidiano. 

Ricordate il Progetto Sidekick? Si tratta di quello che vede in collaborazione Microsoft con il suo visore HoloLens e la Nasa: due esemplari del nuovo prodotto per la visione a realtà aumentata sono stati infatti spediti sulla ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, per essere testati e per lo studio dell’uso delle realtà alternative nello spazio.

Il primo passo, in realtà, è stato quello di testare il visore al largo delle coste della Florida nella missione NEEMO (NASA Extreme Environment Mission Operations), tenutasi sott’acqua in profondità per simulare assenza di gravità e condizioni estreme. In seguito HoloLens ha raggiunto il team internazionale di astronauti per essere testato in orbita. Il Progetto Sidekick prevede due modalità: il Remote Expert Mode e il Procedure Mode; il primo permette agli esperti a terra di vedere tramite Skype cosa il team in orbita stia facendo, aiutandoli nei compiti più difficili e delicati, il secondo, invece, aiuta gli astronauti a comprendere il funzionamento di determinati strumenti. Tutto questo è possibile  sfruttando la realtà aumentata.

Sam Scimemi, direttore del quartier generale della Stazione Spaziale Internazionale alla NASA, ha dichiarato a proposito di questi test che “HoloLens e altri dispositivi a realtà mista e virtuale sono tecnologie d’avanguardia che possono aiutare a guidare future esplorazioni e fornire nuove capacità a uomini e donne che conducano azioni scientifiche delicate sulla Stazione Spaziale Internazionale.”

Certo, HoloLens sarà molto utile in situazioni nelle quali sia necessario avere un appoggio dalla base terra o in cui si debba aggiustare macchinari in avarìa, ma questo non cancella il lato ludico del dispositivo; ce lo ricordano i due membri del Team ISS Scott Kelly e Tim Peake, che non hanno perso l’occasione di testare la realtà aumentata nello spazio, ma di altro tipo: eccoli durante un’interessante partita di Space Invaders nell’aria 😉