Dopo una lunga parentesi europea, il Virtual Lab di Takeda – eccellenza mondiale nel panorama farmaceutico – torna nel Bel Paese. Nelle prossime due settimane farà tappa al XL Congresso Nazionale SIFO di Genova e al X Congresso nazionale IG-IBD di Riccione.

Dal 21 al 24 novembre si terrà al Porto Antico di Genova, l’annuale Congresso della SIFO, Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie, l’associazione culturale e scientifica dei farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici territoriali delle Unità sanitarie locali. Con quasi 2300 soci all’attivo, farmacisti pubblici dipendenti dal SSN e farmacisti dipendenti dalle strutture ospedaliere private, svolge un ruolo essenziale per la ricerca scientifica nel settore farmaceutico.

La settimana successiva, dal 28 al 30 novembre avrà luogo al Palacongressi di Riccione il X Congresso Nazionale di IG-IBD, la Società Scientifica di riferimento per le patologie infiammatorie croniche dell’intestino. Anche nella scorsa edizione, tenutasi al Convitto della Calza a Firenze, il Virtual Lab ha avuto un ruolo da protagonista nell’area espositiva con molte persone in coda per provare il laboratorio virtuale di Takeda.

Presso lo stand di Takeda ai due eventi, verrà installato il corner dedicato all’esperienza VR in cui i medici ed i farmacisti potranno completare tutti i passaggi necessari per creare un farmaco innovativo. Si tratta infatti della prima terapia a base di cellule staminali mesenchimali allogeniche autorizzata dall’EMA, indicata per il trattamento delle fistole perianali complesse in pazienti adulti affetti da malattia di Crohn. Per entrare nel laboratorio virtuale basterà solamente indossare un visore.

Il Virtual Lab – Live the Stem Cells rappresenta la nuova frontiera della formazione in campo medico- scientifico e qualifica Takeda come miglior Team digitale in ambito farmaceutico.

 

Ecco qui tutti i dettagli del progetto

Seguendo le orme di altre grandi case automobilistiche come Ford e Seat, anche Hyundai ha deciso di applicare le realtà virtuale per lo sviluppo del design dei modelli futuri. Presso lo Hyundai Motor Europe Technical Center (HMETC), i designer hanno integrato questa nuova tecnologia nel processo di sviluppo delle auto.

Il procedimento tradizionale per disegnare un’auto richiede numerosi passaggi, che a volte rallentano la fase progettuale. Ad esempio vengono costruiti vari modelli fisici in argilla, per visualizzare design differenti, che necessitano di tempistiche molto lunghe per la realizzazione. Inoltre, quando uno di questi modelli viene scartato, i designer devono ricominciare il processo da capo, impiegando molto tempo e aumentando i costi.

Credits: Hyundai

Utilizzando la realtà virtuale, invece, Hyundai può iniziare a comprendere e percepire le forme interne ed esterne dei prodotti ancora prima che vengano realizzati materialmente i modelli. Il sistema, chiamato Virtual Seat Buck, ha portato alla casa coreana numerosi benefici. Innanzitutto permette una rapida visualizzazione dei dati di design, come le varianti di colore e le diverse tipologia di allestimenti, già nelle prime fasi dello sviluppo. Questi dati vengono condivisi in tempo reale con gli ingegneri di prodotto fin da subito, così da facilitare gli scambi tra i due dipartimenti. Ogni volta che un nuovo avanzamento del progetto viene salvato sul cloud, questo può essere lavorato in maniera continuativa da più dipartimenti localizzati in diverse parti del mondo.

Il processo di sviluppo con la realtà virtuale semplifica il lavoro dei designer Hyundai riducendo notevolmente il tempo che serve a vedere le proprie idee realizzate in 3D. Inoltre, la tecnologia è capace di visualizzare infinite possibilità di colori e materiali, come anche di testare la funzionalità dinamica delle parti mobili.

Thomas Bürkle, Chief Designer dello Hyundai Design Center Europe, ha commentato “Il nostro Virtual Seat Buck è un esempio di come Hyundai stia implementando innovative tecnologie nei processi di lavoro, affiancandosi alla creazione di modelli fisici in argilla delle auto. La realtà virtuale non solo facilita e accelera il nostro processo di design, ma ci permette anche di andare ancor più incontro alle esigenze dei nostri clienti.”

In occasione del trentennale della caduta del Muro di Berlino, nasce MauAR un’applicazione in realtà aumentata per far rivivere la città negli anni precedenti al 1989. Torrette di guardia e sentinelle ma anche le storie delle persone che vivevano nei quartieri adiacenti alla frontiera. Tutto per regalare ai turisti e ai berlinesi un’esperienza storica immersiva.

“Dov’era il muro?” Tutti coloro che viaggiano a Berlino si pongono questa domanda. Infatti i trent’anni di storia successivi alla caduta, hanno cancellato questo triste segno nella maggior parte della città. Ora la divisione è appena immaginabile.

Per rispondere a questa domanda è stata creata l’app MauAR. Basterà aprire l’app nei luoghi dove sorgeva il muro per vedere come apparivano le aree di confine negli anni della Guerra Fredda. Il viaggio nel tempo fa anche osservare i cambiamenti del muro da quando era semplice filo spinato a quando è diventato una barriera recintata alta 3 metri, sorvegliata da torrette di guardia.

Inoltre sono state aggiunte delle testimonianze degli abitanti delle due sezioni della città, che vivevano nei pressi del muro, per far conoscere il dramma della separazione. Il regista tedesco Fabian Gerhardt, ha raccolto queste storie, ha dichiarato: “Credo che le persone possano capire molto della realtà se viene presentata in modo interessante e la realtà aumentata è una tecnologia molto interessante. Abbiamo potuto riportare al suo posto il muro, che non c’è più, per fare sì che le persone lo vedano e ci si confrontino”.